Porta Palatina

O Porta Palatina ingombra di ponteggi!
Altre volte le membra adipose
All’ombra di poveri resti, allor sgombra, diposi.
Oggi più non sembra di portarti omaggio
O memoria ebbra di popoli gloriosi!
Tenebra di poeti tu infondesti
A chi non bradi ippogrifi cantò
ma nobil gesta.
“Disicit tempus saxa rubra”: di polvere l’antico ti parlò.
Le tue membra di porfido già il mare aspetta erose
Ambra di pochi ciottoli,
nella sabbia scabra di Po.

by Biba & Ippo – 1993

Questa poesia è anche un formidabile gioco linguistico: è ripetuta numerose volte una certa parola nascosta………

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Immagini tratte da L’area delle Porte Palatine, ricostruzione di una trama urbana by Mt – 1993

Omini di pan pepato (o pan di zenzero)

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INGREDIENTI:

100 gr di zucchero
3 cucchiai di miele
100 gr di burro
4 cucchiai di yogurt
350 gr di farina
un uovo
un pizzico di sale
un cucchiaino di bicarbonato
2 cucchiaini di cannella in polvere
2 cucchiaini di zenzero in polvere
1 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
un pizzico di noce moscata in polvere

Accendere il forno a 180°. Montare il burro (oppure ammorbidire il burro mettendolo in un piatto dentro il forno mentre si scalda). Mescolare il tuorlo d’uovo uovo con tutti gli altri ingredienti aggiungendo la farina poco per volta e per ultimo la chiara d’uovo montata a neve. Impastare ed aggiungere eventualmente farina per avere un composto compatto ed elastico. Stendere sulla carta forno la pasta con l’aiuto di un mattarello (o di un bicchiere cilindrico o di una bottiglia) per ottenere una sfoglia di circa 3 mm di spessore . Ritagliare con stampini o modellare gli omini o altre forme di biscotto a piacere. Infornare per circa 10-15 minuti.
I biscotti si possono poi decorare con della glassa fatta con chiara d’uovo, zucchero a velo e coloranti alimentari. Nei paesi anglosassoni sono utilizzati per decorare l’albero di Natale.

N.B.  Fare attenzione che gli omini non scappino dal forno!

L’OMINO DI PAN DI ZENZERO

C’era una volta una vecchina che un bel giorno decise di cucinare un biscotto di pan di zenzero a forma di omino. Quando però la cottura era quasi terminata la vecchina sentì una vocetta arrivare dalle profondità del forno: “Mamma mia che caldo che fa qui…Fammi uscire!”
La vecchina incuriosita aprì il forno e vide un biscotto a forma di omino scappare gridando: “Corri pure, tanto non mi prendi, sono l’omino di pan di zenzero”. Tutte le urla della vecchina furono inutili.
Nella sua fuga l’omino di pan di zenzero incontrò una mucca che, non appena lo vide, cercò di mangiarlo, ma lui continuò a fuggire, dicendo con un tono cantilenante “Corri pure tanto non mi prendi, sono l’omino di pan di zenzero.” Ben presto alla rincorsa dell’omino di pan di zenzero c’erano non solo la vecchina e la mucca, ma anche un cavallo ed un maiale, tutti con l’acquolina alla bocca. E l’omino canticchiava correndo “Correte più che potete, tanto non mi prendete, sono l’omino di pan di zenzero!“
Ad un certo punto si trovò davanti ad un fiume ed una volpe si avvicinò e si offrì di aiutarlo a fuggire, trasportandolo sul suo dorso fin sull’altra sponda. L’omino di pan di zenzero tutto felice saltellando e ringraziando la volpe le montò sul dorso. Arrivati a metà del fiume la volpe disse al biscotto: “l’acqua sta diventando un po’ profonda e tu ti scioglierai se ti bagni, arrampicati sul mio naso così sarai al sicuro.” L’omino di pan di zenzero fece come gli aveva detto la volpe e quest’ultima se lo pappò in un sol boccone.
  

Tre al truc

2001 – Tre al truc – Tempera all’uovo su MDF

Fino a quando si è sentito bene, il nonno veniva a trovarci a Precetto. Prendeva la corriera ed arrivava all’improvviso, si fermava qualche giorno e poi ripartiva.
Era un bravo giocatore di bocce e sovente si adattava a giocare con noi bambini, ma quando riusciva a giocare con papà ed il signor B. era molto più soddisfatto. Anche quando aveva già superato gli ottant’ anni, con una boccia in mano ritrovava quell’ agilità e quella scioltezza di movimento che lo facevano sembrare un ballerino e gli permettevano di fare “tre al truc”.

La Befana

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Filo per Befana – 2011
Befana by Anna – 2012 – matite e pennarelli
Befana by Irene – 2012 – matite e pennarelli
Befane by J. + D. e nonna E. – 2012 – pennarelli, tempere, stoffa, paglia
Omettini e Befana by Mt + J.+D. – 2012 – panpepato
I regali della Befana by J. – 2010 – pennarelli
Befana by Mt + J.+D. – 2013 – panpepato

La Befana vien di notte
con la scarpe tutte rotte,
col vestito alla romana,
viva viva la Befana!

 

La conserva

2001 – La conserva – Tempera all’uovo su MDF

Fare la conserva era uno dei riti dell’estate.
Il giorno prima la mamma andava al mercato e comprava le ceste di pomidoro che venivano poi consegnate a casa da un carro tirato dalle mucche. In un angolo del cortile veniva preparato un fornello provvisorio con il fuoco a vista usando dei mattoni e della lamiera ondulata. Il grande giorno sul fuoco veniva sistemata la “peirola”: il paiolo di rame in cui dovevamo cuocere i pomidoro. Prima si facevano “cherpè”, cioè cuocere finchè non si disfacevano un poco, poi si toglievano dal fuoco e si facevano colare per togliere l’acqua attraverso una “raiola” cioè una tela di canapa consumata, quindi si passavano a macchina e poi si facevano ricuocere finchè la conserva non raggiungeva la giusta consistenza: finchè il bastone che serviva per rimestare non stava dritto o quasi.
Così si faceva notte.
Una volta papà tornando di notte da Roma ha individuato dall’aereo il nostro cortile dal fuoco della conserva.

Ciapa ‘l tram

2004Ciapa ‘l tram – Terracotta policroma

Ciapa ‘l tram balurda
che staga nèn sola
ticche tucche
ticche tucche
e laslo ‘nde

Questo gioco si fa in cerchio passando il bicchiere al proprio vicino in senso orario al ritmo della canzoncina: dal “ticche tucche” bisogna tenerlo e muoverlo indietro e avanti fino al “laslo ‘nde”. Chi sbaglia fa la penitenza.